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On-line i primi papiri della collezione dell’Università Cattolica

04 Luglio 2023
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L’Università Cattolica del Sacro Cuore conserva una ricca collezione di papiri, per un totale di circa mille tra testi completi e piccoli frammenti, che nel recente passato è stata conferita alla Biblioteca d’Ateneo perché ne curasse la conservazione e la messa a disposizione degli studiosi[1].
La raccolta fu allestita in principio da Aristide Calderini circa un secolo fa, grazie all’acquisizione di un manipolo di papiri greci donati da due italiani del Cairo, Riccardo Vita e Diego Jacovelli (fondo Jacovelli-Vita), i cui testi vennero pubblicati nel 1928 in un opuscolo intitolato Papiri milanesi (P. Med.) I. nn. 1-12[2]. Rapidamente la collezione crebbe: più di trecento pezzi furono acquistati e donati dalla famiglia Castelli in memoria del figlio Guglielmo, che fu collaboratore di Calderini (fondo Castelli)[3], e successivamente in virtù dell’infaticabile opera di Orsolina Montevecchi vennero accolti altri seicento esemplari, a partire dal 1968. Ulteriori aggiunte si devono ad ingressi pervenuti negli anni 1979, 1983 e 1990, provenienti dal cartonnage che ricopriva alcune mummie[4].

La collezione, nota agli studiosi come Papyri Mediolanenses (sigla P. Med.) e databile nel suo insieme tra il III sec. a.C. e il VII d.C, è composta da testi per la maggior parte in lingua greca, due bilingui greco-latini e altri in lingua egiziana (ieratici e copti). Dei papiri greci la minor parte è di carattere letterario, biblico, liturgico, scolastico o magico, mentre il restante e più cospicuo insieme è di carattere documentario. Tra gli esemplari più significativi ricordiamo, almeno, il prologo del Telefo di Euripide (papiro del II sec. a.C.), una tragedia andata dispersa nella tradizione medievale del testo, mentre si conoscono fortunatamente alcuni frammenti tramandati da papiri, e due fogli riportanti il capitolo II del Vangelo di Marco (papiro del IV sec. d.C.).

Nel contesto di un progetto di ampio respiro che mira a rendere nel suo complesso consultabile e fruibile la documentazione antica e moderna conservata dalla Biblioteca d’Ateneo, è stata avviata una progettualità volta a custodire i manufatti in modo accurato, provvedendo man mano a una nuova descrizione dei singoli papiri e alla graduale digitalizzazione della collezione. Il tutto è reso fruibile attraverso il Catalogo degli archivi istituzionali e culturali dell’Università Cattolica, che alla voce “Papiri Università Cattolica” consente l’accesso alle schede descrittive dei documenti e alle immagini in alta definizione. L’aggiornamento delle schede, sottoposto alla validazione scientifica e alla supervisione della professoressa Silvia Barbantani, prevede una implementazione scandita in caricamenti progressivi.

Oggi, a seguito del primo caricamento, sono disponibili i primi venti papiri interamente digitalizzati, le cui schede sono state curate a seguito del lavoro di tesi magistrale di Claudia Moscara.
Il numero, ancorché minimo rispetto al totale della collezione, è spiccatamente rappresentativo della raccolta. La maggior parte dei papiri è di tipo documentario, comprendendo, per esempio, il contratto di vendita di una parte di un palmeto (104 a.C.), la concessione per la raccolta di papiro e di giunco e per la fabbricazione e la vendita di stuoie (26 d.C.), ma non mancano casi di lettere e di disposizioni legislative e anche quello che sembrerebbe un documento ufficiale riguardante il furto di un mantello databile al II sec. a.C.: i papiri documentari, con la loro necessità di registrare l’attività quotidiana dei singoli e delle istituzioni, riescono a restituire uno spaccato assolutamente fedele della vita del tempo, anche nei suoi aspetti più pratici e immediati.
Per i papiri di carattere letterario, invece, sono presenti un frammento dell’Iliade (II-III sec. d.C.) e uno, davvero minuto, dell’Ecclesiaste (III sec. d.C.), segno della tradizione manoscritta dei testi biblici; ma risultano anche frammenti di carattere storico (apparentemente un racconto o un romanzo riguardante un combattimento navale) e di tipo medico, purtroppo non agilmente decifrabile.

Con questa iniziativa, la Biblioteca della sede di Milano dell’Università Cattolica intende continuare a promuovere la valorizzazione del patrimonio da essa custodito, favorendo anche attraverso la digitalizzazione la possibilità di accedere ai manufatti antichi da parte degli studiosi della comunità accademica di tutto il mondo.

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  1. Per una presentazione dettagliata e un approfondimento sui papiri dell’Università Cattolica si rimanda ai seguenti lavori di Carla Balconi (ai quali il presente articolo è largamente debitore): La collezione di papiri, in Storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Le Istituzioni, vol. V: I Patrimoni dell’Università Cattolica, a cura di M. Bocci e L. Ornaghi, Vita e Pensiero, Milano 2013, pp. 567-580; Papiri e Papirologia all’Università Cattolica di Milano, “Atene e Roma” 2009, pp. 189-196; La Papirologia nell’Università Cattolica di Milano, in Proceedings of the 24th International Congress of Papyrology (Helsinki, 1-7 August 2004), Helsinki 2007, pp. 75-81; Papiri della collezione dell’Università Cattolica di Milano (P.Med.) provenienti da cartonnage, in Akten des 23. Internationalen Papyrologenkongresses (Wien, 22.-28. Juli 2001), Papyrologica Vindobonensia 1, Wien 2007, pp. 15-18 (disponibile on-line in modalità open access); Iscrizioni greche dall’Egitto tolemaico e romano: cronaca di una presentazione, “Aevum Antiquum” 12 (1999), pp. 149-158.
  2. Papiri milanesi (P. Med.) I. nn. 1-12, 2a ed. a cura di S. Daris, Vita e Pensiero, Milano 1967.
  3. Settantacinque papiri di questo fondo, sia letterari sia documentari, furono raccolti e pubblicati nel 1966: Papiri milanesi (P. Med.) I. nn. 13-87, a cura di S. Daris, Vita e Pensiero, Milano.
  4. I papiri acquistati nel 1979 sono stati intitolati “Papyri Mediolanenses Barelli”, in ricordo di Armida Barelli, in segno di riconoscenza per la famiglia che ha finanziato l’acquisto dei pezzi.