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Maestri di anglistica in Università Cattolica: monsignor Alberto Castelli e Sergio Rossi

04 Aprile 2025
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Martedì 8 aprile presso la Sala Negri da Oleggio della sede milanese dell’Università Cattolica si è tenuta una lezione aperta intitolata Maestri di anglistica in Università Cattolica: monsignor Alberto Castelli e Sergio Rossi, organizzata dalla Facoltà di Lettere e Filosofia, dal Dipartimento di Scienze linguistiche e letterature straniere e dalla Biblioteca d’Ateneo.

I relatori – i professori Arturo Cattaneo e Francesco Rognoni, accompagnati da Paolo Senna della Biblioteca d’Ateneo – si sono scambiati il testimone nella presentazione di due eccezionali fondi librari e archivistici recentemente donati all’Università Cattolica: quello di monsignor Alberto Castelli (1907-1971), primo docente di anglistica nell’Ateneo, dove ha insegnato dal 1934 al 1953; e quello di Sergio Rossi (1920-2021), suo allievo, decano degli anglisti italiani e fondatore della scuola di anglistica in Università Cattolica, poi docente di Letteratura inglese a Torino e alla Statale di Milano. I due fondi, la cui catalogazione è stata portata a compimento dalla Biblioteca d’Ateneo della sede di Milano, sono ora pienamente accessibili e consultabili.

Il Fondo Castelli conserva una notevole raccolta di esemplari del primo Novecento inglese, alcuni dei quali in prima edizione. Ma è soprattutto l’archivio di monsignor Castelli a costituire una sezione di estremo rilievo: i suoi rapporti epistolari, infatti, raccolgo nomi di primo livello della cultura internazionale, come T.S. Eliot e C.S Lewis, autori con i quali Castelli era in contatto e di cui ha tradotto alcune opere. Diverso il taglio del Fondo Rossi, che raccoglie una biblioteca di studio di oltre 3.800 volumi che raduna prime edizioni, saggi sulla letteratura e la storia inglese, ma anche un’ampia mappatura della letteratura europea e mondiale.

L’incontro è stato accompagnato dall’esposizione di alcuni volumi e lettere autografe che potrà essere visitata presso la Sala di consultazione “Giuseppe Billanovich” (edificio Gregorianum, 1° piano), dall’8 al 15 aprile.