«Quando a Borges chiesero perché bisognava leggere Dante lui rispose: “Perché è un’esperienza di felicità”. Potrei dire lo stesso per Manzoni»: è questo uno dei motivi di ammirazione verso il grande scrittore milanese spiegati[1] da Pierantonio Frare, Direttore del Dipartimento di Italianistica e comparatistica dell’Università Cattolica, tra gli studiosi incaricati di introdurre i capitoli dei Promessi Sposi riletti in occasione del Maggio manzoniano nel Duomo di Milano.
Come sottolineato dal professor Frare, tutta la produzione manzoniana racchiude in sé temi sempre validi e soprattutto universali. Manzoni esprime attraverso le sue opere tanta umanità: «una persona indecifrabile nella sua complessità, con le sue nevrosi (di cui si parla spesso)»[2] che lo avvicinano ad ogni lettore. Anche quella manzoniana, come l’opera dantesca, non risulta di facile lettura, e molto spesso viene proposta ai più giovani senza una sufficiente preparazione; ma ciò che la rende e la renderà sempre imprescindibile nella formazione e nella maturazione di ogni studente è il tenace tentativo dello scrittore milanese di comunicare e mostrare con grande lucidità i valori e i grandi temi per cui vale sempre la pena battersi.
Nel contesto delle numerose celebrazioni dei 150 anni della morte di Manzoni, che hanno visto anche la pubblicazione di un numero speciale del mensile “Luoghi dell’Infinito” firmato da autorevoli studiosi, si propone qui un percorso tra gli esemplari delle opere poetiche manzoniane custoditi nella Biblioteca della sede milanese dell’Ateneo.
Si può iniziare da un volume di straordinaria bellezza «in legatura strettamente coeva di gran pregio, piena pergamena albina riccamente lavorata in oro ai piatti e al dorso liscio; tassello in marocchino blu notte al dorso [in tutte maiuscole]: “Manzoni | La morale cattolica | ed Inni sacri”; risguardi in seta color creme; tagli dorati; cuffia in seta rossa e azzurra; segnalibro in seta rossa»[3].
Il volume ha il pregio di raccogliere tutta la produzione religiosa di Manzoni fino al 1837[4], essendo costituito da esemplari di diverse edizioni rilegati insieme: si apre con le Osservazioni sulla Morale Cattolica nell’edizione milanese di A. Lamperti, 1819, per poi seguire con La Pentecoste, Milano, da Vincenzo Ferrario, Le Strofe da cantarsi da un coro di giovanetti alla Prima Comunione nella I. R. Chiesa Prepositurale di Santa Maria della Scala in San Fedele, nell’edizione Pirola del 1834, Le strofe da cantarsi da un coro di giovanetti alla prima comunione nella I. R. Chiesa Prepositurale di Santa Maria della Scala in San Fedele, Milano, Giacomo Pirola, 1837, e si chiude con la seconda edizione degli Inni sacri, Milano, da Vincenzo Ferrario, 1822.
Sono più di uno gli elementi che lo rendono così prezioso: innanzi tutto la dedica manoscritta autografa: Alla mia Teresa | Alessandro, con cui Manzoni si rivolge alla seconda moglie; inoltre, di particolare importanza è la struttura stessa del volume: si può notare infatti come l’opuscolo delle Strofe per una prima comunione del 1837 (che comprende Dopo il preparamento, Dopo la Consacrazione e Dopo la comunione) sia stato collocato all’interno dell’opuscolo del 1834.
Ciò che distingue un opuscolo dall’altro è innanzi tutto la carta: la carta avorio caratterizza l’opuscolo del ’37, ed è interessante ricordare che proprio questa tipologia cartacea è quella solitamente utilizzata per i matrimoni. Questa strofa con carta avorio si distingue dunque dalla canonica del ’34 poiché probabilmente fu realizzata appositamente per il libretto di nozze di Manzoni, e questo ci permette di comprendere chiaramente il valore e l’unicità del volume, allestito in maniera così personale dallo scrittore; e soprattutto il motivo per cui Manzoni decise di donarlo alla moglie Teresa in occasione del suo trentottesimo compleanno nel 1837.
Altro esemplare della collezione poetica di Manzoni custodito in Biblioteca è la prima edizione degli Inni Sacri (Pietro Agnelli, Milano, 1815) che comprende: La Risurrezione, Il nome di Maria, Il Natale e La Passione; il prezioso volume è stato rilegato interfogliato con commenti in latino, riportando testi biblici o delle orazioni.
Infine, all’interno della Miscellanea dei Padri Oblati conservata tra le collezioni speciali della Biblioteca[5] è contenuta La Pentecoste, Inno di Alessandro Manzoni, colla traduzione latina di Fedele Sopransi, già consigliere nella cessata corte di cassazione, da Vincenzo Ferrario, Milano, 1823; anche questo è un testo di particolare importanza poiché presenta alcune modifiche rispetto all’edizione del novembre 1822 di Vincenzo Ferrario, tantoché Rotondi parlò di «non di una semplice ristampa, ma di una nuova edizione d’autore»[6].
L’anniversario della morte del grande scrittore milanese è dunque un’ulteriore occasione per ricordare il valore della sua produzione poetica, nella consapevolezza che «Manzoni non è semplicemente attuale, è perenne»[7].
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- Da Pierantonio Frare. “Spiego in Duomo Manzoni perché regala felicità”, intervista di Teresa Monestiroli, la Repubblica, 23 maggio 2023.
- Ibidem.
- L’accurata descrizione è della Libreria Antiquaria Pontremoli, contenuta in P. Frare, Una ignota Miscellanea Religiosa (a cura) di Alessandro Manzoni, in “Testo”, 82, Serra editore, Pisa-Roma, pp. 11-17: p. 11.
- Per la descrizione e lo studio di questo volume si fa sempre riferimento a P. Frare, Una ignota Miscellanea Religiosa a cura di Alessandro Manzoni, in “Testo”, 82, pp. 11-17.
- Per una presentazione di questa raccolta, si veda M. Ruggeri, Fede, storia e curiosità. Il Fondo “Miscellanea dei Padri Oblati”, Cattolica Library, 47, 29 marzo 2023.
- Definizione di Rotondi riportata in P. Frare, Una ignota miscellanea religiosa a cura di Alessandro Manzoni, “Testo”, p. 13.
- Così Pierantonio Frare nella già citata intervista di Teresa Monestiroli.