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Fondo Vincenzo Accame

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Vincenzo Accame (Loano, 6 agosto 1932-Milano, 16 luglio 1999) è stato un poeta, saggista e traduttore italiano. Frequentò il Liceo Vittorio Veneto di Milano dove ebbe per docente Luciano Anceschi, con il quale nacque un legame durato ben oltre gli anni della scuola. Accame, considerato uno dei punti di riferimento della scrittura visiva, operò su molteplici versanti convergenti – quello dell’espressione artistica, quello della critica e quello della traduzione – mantenendo una salda coerenza in relazione a fonti ispirative e obiettivi di ricerca. Fra le opere più rappresentative, La pratica del segno (1974) sul versante dell’espressione creativa e Il segno poetico (1977) e Anestetica (1998) sul versante critico. Al Congresso del Gruppo 63 di La Spezia, nel 1966, lesse alcune pagine de L’incesto, romanzo rimasto incompiuto, pagine che furono poi pubblicate in “Malebolge” della cui redazione fece parte. Dal 1971 al 1999 tenne numerose mostre personali in gallerie d’arte di Milano, Genova, Como e Varese. Nel 1972 espose alla Biennale di Venezia. All’estero, sue opere sono state esposte al Museo de Bellas Artes di Buenos Aires, allo Stedelijk Museum di Amsterdam, al Finch College Museum di New York, al Musée d’Ixelles di Bruxelles, all’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, all’Hyward Gallery di Londra e all’Università del Québec di Montréal.

Il Fondo Accame comprende un carteggio di circa 400 lettere concernenti l’attività creativa e quella di redattore (sia della rivista “Malebolge” che nelle due Case Editrici con le quali collaborò: Mursia e Bompiani) e una sezione di missive di carattere personale. Accanto al corpus delle lettere, l’archivio raccoglie un insieme di scritti solo in parte pubblicati che ancora necessitano di una adeguata ricognizione bibliografica. Completa il fondo un gruppo di riviste, contigue agli argomenti delle lettere, fra le quali spicca tutto il pubblicato di “Ana eccetera”, la rivista di Anna e Martino Oberto, oltre ad alcuni numeri di “Tre rosso”, “Malebolge”, “Marcatrè”, “Il corpo” e al numero speciale di “Phantomas” 1964 dedicato alla poesia italiana, con presentazione di autori e antologia di testi.

M’interessa la scrittura manuale ovvero il rapporto esistente tra il gesto di scrivere e l’oggetto scritto che è di tipo mentale […] m’interessa particolarmente il passaggio dalla fase mentale del pensiero alla scrittura sul foglio di carta. Tra il momento in cui uno pensa (sono frazioni di secondo, tempi da noi assolutamente incontrollabili) e quello in cui scrive compaiono interferenze notevoli; mi preme quindi non tanto la scrittura automatica quanto il passaggio o la modificazione che avviene allorché il pensiero si traduce in un segno grafico.

(Vincenzo Accame)

Per la descrizione delle carte d’archivio di Vincenzo Accame:

Per approfondire: