È disponibile su PICTA – il sito dedicato alle esposizioni virtuali della Biblioteca di Milano – la nuova mostra Ada Negri. L’arte conquistata a prezzo di vita.
Pensata per celebrare gli ottanta anni trascorsi dalla scomparsa della poetessa lodigiana, la mostra è un percorso tra i libri e le carte d’archivio a lei appartenuti e ora custoditi presso la Biblioteca della sede di Milano dell’Università Cattolica.

In una lettera datata 5 maggio 1925 la poetessa lodigiana Ada Negri scrive ad una giovane aspirante scrittrice: «l’arte non si conquista che a prezzo di vita». Una frase che suona come un monito, come un richiamo al senso di responsabilità che un autore deve avere bene in mente quando si accinge a questo mestiere. E Ada Negri il prezzo per guadagnarsi la propria arte lo ha pagato per tutto il corso della sua vita, sin dalla nascita, avvenuta il 3 febbraio 1870 a Lodi, in corso di Porta Cremonese 59.
Della sua infanzia e adolescenza trascorsa nella portineria del Palazzo Cingia-Parni di Lodi – dove la nonna lavorava come custode – Ada conserverà ricordi nitidi.
La condizione di indigenza forgia il carattere e la sfrenata ostinazione della giovane che a soli diciassette anni ottiene il diploma di maestra, riuscendo quindi a sfuggire da quella originaria situazione di privazioni. La sua poesia diventa strumento per portare avanti i propri ideali e la voce dei lavoratori sfruttati e oppressi. Ciò che la contraddistingue da altri autori che nell’Ottocento hanno raccontato della condizione degli ultimi è che la giovane scrittrice parla della classe sociale dalla quale proviene, di un contesto nel quale è nata, osservando da vicino le sofferenze di sua madre che lavora in fabbrica per tredici ore al giorno per solo 1 lira e 75 centesimi.
Il 3 marzo 1888, a soli 18 anni, il settimanale “Fanfulla da Lodi” pubblica la sua prima poesia La nenia materna; ben presto i suoi versi cominciano a comparire anche su altre riviste. Nel dicembre del 1891 accade qualcosa di straordinario per la giovane poetessa: la giornalista Sofia Bisi Albini del “Corriere della sera” si reca da lei per intervistarla.
Tutti davanti alla poesia di Ada Negri si erano sentiti presi e scossi. […] I suoi lettori sono andati comprendendo che il dolore dei suoi versi è dolore vero, che questa creatura giovane deve aver sofferto come se avesse già vissuto una lunga vita. […] Ada Negri quando i tuoi versi usciranno raccolti in volume, molte cose si vorranno dire e si inventeranno intorno alla tua persona e alla tua vita. Lascia che io dica almeno un po’ della malinconica verità: essa è un onore per te e alla tua povertà un giorno ripenserai con dolcezza e con gratitudine poiché ad essa devi in gran parte quello che sei[1].
La recensione di Bisi Albini, pubblicata sulla prima pagina del “Corriere della sera”, contribuisce al successo straordinario dell’opera di Ada Negri, che diventa un vero e proprio caso letterario. Questo è solo l’inizio di una lunga e feconda carriera letteraria snodatasi attraverso la scrittura in versi e in prosa, che la vide dedicarsi anche al lavoro da insegnante e ad attività socialmente utili.
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- S. Bisi Albini, Ada Negri, “Corriere della sera”, 20 dicembre 1891.

