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Papiri

L’Università Cattolica del Sacro Cuore conserva una ricca collezione di papiri, per un totale di circa mille tra testi completi e piccoli frammenti, che nel recente passato è stata conferita alla Biblioteca d’Ateneo perché ne curasse la conservazione e la messa a disposizione degli studiosi[1].

La collezione, nota agli studiosi come Papyri Mediolanenses (sigla P. Med.) e databile nel suo insieme tra il III sec. a.C. e il VII d.C, è composta da testi per la maggior parte in lingua greca, due bilingui greco-latini e altri in lingua egiziana (ieratici e copti). Dei papiri greci la minor parte è di carattere letterario, biblico, liturgico, scolastico o magico, mentre il restante e più cospicuo insieme è di carattere documentario.


La raccolta fu allestita in principio da Aristide Calderini circa un secolo fa, grazie all’acquisizione di un manipolo di papiri greci donati da due italiani del Cairo, Riccardo Vita e Diego Jacovelli (fondo Jacovelli-Vita), i cui testi vennero pubblicati nel 1928 in un opuscolo intitolato Papiri milanesi (P. Med.) I. nn. 1-12[2]. Rapidamente la collezione crebbe: più di trecento pezzi furono acquistati e donati dalla famiglia Castelli in memoria del figlio Guglielmo, che fu collaboratore di Calderini (fondo Castelli)[3], e successivamente in virtù dell’infaticabile opera di Orsolina Montevecchi vennero accolti altri seicento esemplari, a partire dal 1968. Ulteriori aggiunte si devono ad ingressi pervenuti negli anni 1979, 1983 e 1990, provenienti dal cartonnage che ricopriva alcune mummie[4].

Tra gli esemplari più significativi sono un papiro del II sec. a.C. con il prologo del Telefo di Euripide (una tragedia andata dispersa nella tradizione medievale del testo, mentre si conoscono fortunatamente alcuni frammenti tramandati da papiri) e un papiro del IV sec. d.C. riportante il capitolo II del Vangelo di Marco.

Alla collezione di papiri si aggiunge altro materiale antico, tutto in lingua greca proveniente dall’Egitto:

  • una piccola collezione di ostraca
  • tre tabelle lignee scritte in greco, di cui una liturgica
  •  circa duecento bolli d’anfora
  • sei iscrizioni greche

Tutto il materiale sopra indicato risale alle epoche tolemaica, romana e bizantina (secoli III a.C. – VII d.C.).


Note

  1. Per una presentazione dettagliata e un approfondimento sui papiri dell’Università Cattolica si rimanda ai seguenti lavori di Carla Balconi (ai quali il presente articolo è largamente debitore): La collezione di papiri, in Storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Le Istituzioni, vol. V: I Patrimoni dell’Università Cattolica, a cura di M. Bocci e L. Ornaghi, Vita e Pensiero, Milano 2013, pp. 567-580; Papiri e Papirologia all’Università Cattolica di Milano, “Atene e Roma” 2009, pp. 189-196; La Papirologia nell’Università Cattolica di Milano, in Proceedings of the 24th International Congress of Papyrology (Helsinki, 1-7 August 2004), Helsinki 2007, pp. 75-81; Papiri della collezione dell’Università Cattolica di Milano (P.Med.) provenienti da cartonnage, in Akten des 23. Internationalen Papyrologenkongresses (Wien, 22.-28. Juli 2001), Papyrologica Vindobonensia 1, Wien 2007, pp. 15-18 (disponibile on-line in modalità open access); Iscrizioni greche dall’Egitto tolemaico e romano: cronaca di una presentazione, “Aevum Antiquum” 12 (1999), pp. 149-158.
  2. Papiri milanesi (P. Med.) I. nn. 1-12, 2a ed. a cura di S. Daris, Vita e Pensiero, Milano 1967.
  3. Settantacinque papiri di questo fondo, sia letterari sia documentari, furono raccolti e pubblicati nel 1966: Papiri milanesi (P. Med.) I. nn. 13-87, a cura di S. Daris, Vita e Pensiero, Milano.
  4. I papiri acquistati nel 1979 sono stati intitolati “Papyri Mediolanenses Barelli”, in ricordo di Armida Barelli, in segno di riconoscenza per la famiglia che ha finanziato l’acquisto dei pezzi.